Piccola figlia di Reggio,
oggi ti vengo a cercare
e la grande pianura mi sembra un altare.
Ancora fischia quel vento
che viene e ti porta lontano,
trasforma in onde del mare le spighe di grano.
E penso a quel giorno e sugli occhi mi porto le mani,
immagino il buio e il latrare dei cani,
dai campi viene ogni notte una voce di donna
con sette bimbi che imparano il mondo attaccati alla gonna
e a chi la sente, a chi la sentirà
dice "prendetevi cura della libertà".
Forse nel sonno un sorriso ha preso il posto del pianto,
ora che tutti i tuoi figli ti dormono accanto.
Piccola figlia di Reggio, anche la notte più nera
diventa limpida sotto la nostra bandiera.
E penso agli spari che ai rami rubarono i frutti
chiedesti "quanti", risposero "tutti".
Dai campi viene ogni notte una voce di donna
con sette bimbi che imparano il mondo attaccati alla gonna
e a chi la sente, a chi la sentirà
dice "prendetevi cura della libertà".
Dai campi viene ogni notte una voce di donna
con sette bimbi che imparano il mondo attaccati alla gonna
e a chi la sente, a chi la sentirà
dice "prendetevi cura della libertà".
oggi ti vengo a cercare
e la grande pianura mi sembra un altare.
Ancora fischia quel vento
che viene e ti porta lontano,
trasforma in onde del mare le spighe di grano.
E penso a quel giorno e sugli occhi mi porto le mani,
immagino il buio e il latrare dei cani,
dai campi viene ogni notte una voce di donna
con sette bimbi che imparano il mondo attaccati alla gonna
e a chi la sente, a chi la sentirà
dice "prendetevi cura della libertà".
Forse nel sonno un sorriso ha preso il posto del pianto,
ora che tutti i tuoi figli ti dormono accanto.
Piccola figlia di Reggio, anche la notte più nera
diventa limpida sotto la nostra bandiera.
E penso agli spari che ai rami rubarono i frutti
chiedesti "quanti", risposero "tutti".
Dai campi viene ogni notte una voce di donna
con sette bimbi che imparano il mondo attaccati alla gonna
e a chi la sente, a chi la sentirà
dice "prendetevi cura della libertà".
Dai campi viene ogni notte una voce di donna
con sette bimbi che imparano il mondo attaccati alla gonna
e a chi la sente, a chi la sentirà
dice "prendetevi cura della libertà".
Contributed by Dq82 - 2025/4/27 - 18:38
×
Note for non-Italian users: Sorry, though the interface of this website is translated into English, most commentaries and biographies are in Italian and/or in other languages like French, German, Spanish, Russian etc.

Dedicata a Genoeffa Cocconi, la mamma dei Sette Fratelli Cervi, contadini antifascisti trucidati il 28 dicembre del 1943 dai Repubblichini per la loro attività antifascista. Il brano è anche dedicato alle donne, alle figure femminili, a quelle che hanno combattuto, che hanno sofferto magari più di altre la lotta nazifascista e le atrocità del nazismo.
Sarà ascoltabile gratuitamente da tutti perché pensiamo che è nostro compito, visto anche il momento storico in cui viviamo, fare memoria di quegli avvenimenti. I testimoni diretti sono sempre meno e ognuno di noi deve farsi carico di ricordare chi ha salvato questo Paese in quei tragici giorni.
La pianura dei sette fratelli (Gang)
Per i morti di Reggio Emilia (Fausto Amodei) (Sangue del nostro sangue, nervi dei nostri nervi, come fu quello dei Fratelli Cervi)
La ballata dei Fratelli Cervi (Ignazio Buttitta)
Compagni Fratelli Cervi (anonimo)
Papà Cervi raggiunge i sette figli (Eugenio Bargagli)
Sette fratelli (Mercanti di Liquore e Marco Paolini)
Campi rossi (La Casa del vento)
Ai fratelli Cervi, alla loro Italia (Salvatore Quasimodo)
Canzone per Delmo (Filippo Andreani), dedicata ad Adelmo Cervi
I Sette Cervi (anonimo)
Salmodia della speranza (David Maria Turoldo)
Compagni fratelli Cervi (Gianni Rodari)
Nel ricordo della madre (Piero Calamandrei)
Cervi (Paolo Benvegnù)
Milioni di urla (Banda Bassotti)
Ribelli (Riccardo Sgavetti)
Piccola figlia di Reggio (Stefano "Cisco" Bellotti)