Lingua   

Poetas andaluces

Los Aguaviva
Lingua: Spagnolo


Los Aguaviva

Lista delle versioni e commenti

Guarda il video


Aguaviva - Poetas Andaluces (1970)


Altri video...



[1953]
Dalla poesia Balada para los poetas andaluces de hoy di Rafael Alberti
From the poem Balada para los poetas andaluces de hoy by Rafael Alberti
Desde el poema
Balada para los poetas andaluces de hoy de Rafael Alberti
Musica / Music / Música: Manolo Díaz [1970]
Album: (it) "...Quella che sgorga e scorre naturalmente" (1970)
(es): "Poetas Andaluces de hoy" (1975)

Rafael Alberti.
Rafael Alberti.
Los Aguaviva con Rafael Alberti, Roma 1971.
Los Aguaviva con Rafael Alberti, Roma 1971.



Cantano ancora i poeti andalusi

L'anno era il 1970 e, in Spagna, il generalissimo Franco godeva ancora di ben cinque anni di schifosissima vita. Il poeta andaluso di lontana origine toscana Rafael Alberti (suo nonno Tommaso Alberti Sanguinetti era un garibaldino pistoiese riparato in Spagna), invece, era in esilio in Italia. Facente parte della famosa Generación del '27, assieme agli Aleixandre, ai García Lorca, ai Salinas e ai Guillén, aveva aderito al Partito Comunista e aveva combattuto il franchismo; dal 1939 non aveva più messo piede in Spagna; dal 1963 viveva a Roma.

La sua poesia Balada para los poetas andaluces de hoy parla del presente di allora, dei poeti andalusi di quell'oggi che si ritrovavano soli, dopo che i loro predecessori, uomini liberi, erano stati distrutti, annientati, esiliati dalla dittatura franchista. Una poesia dove la libertà si scontra con il deserto, con la solitudine. I poeti esistono ancora, ma che cosa cantano, che cosa vedono, che cosa sentono? Cantano, vedono e sentono con voce di uomini, ma gli uomini non ci sono più. Sono soli.

Sembra che l'Andalusia intera sia rimasta senza più niente, privata dei suoi uomini migliori. Uccisa dai fucili dei traditori, mandata via lontano senza più speranza di ritorno. E Alberti, che andaluso lo era profondamente nonostante l'esilio lo avesse fatto tornare nella terra dei suoi lontani avi, lo sentiva bene, meglio degli altri. Lo sentirà ancor più quando, tre anni dopo, il suo amico e sodale Pablo Neruda, che aveva la Spagna nel cuore, morirà, solo, nell'orrore di un'altra dittatura che aveva appena iniziato a insanguinare il Cile; gli dedicherà, a Firenze, un commosso discorso iniziato in un italiano incerto e proseguito in spagnolo, e un volume intitolato Cile nel cuore.

Ma i poeti non sono mai soli. Cantano, guardano e sentono più alto; altre voci risponderanno, altri occhi guarderanno, altri orecchi sentiranno. Con questa poesia, Rafael Alberti enuncia nel modo più semplice (la semplicità è il vero metro della grande poesia) il modo in cui i poeti comunicano, anche quando la loro terra è in preda alla più cupa e nera solitudine della tirannia.

Nello stesso 1970, un gruppo folkloristico spagnolo, Los Aguaviva, che allora godeva di una discreta fama anche in Italia, decise di mettere in musica questa poesia, rielaborandola per adattarla alla melodia composta dal leader, produttore e compositore Manolo Díaz. Erano autenticamente altri tempi, tempi in cui una poesia del genere di Rafael Alberti, musicata e cantata da un gruppo folk spagnolo poteva balzare in testa alle classifiche dei dischi più venduti. Presentata con il titolo abbreviato di Poetas andaluces, riuscì ad entrare nella hit parade italiana. La si sentiva nei juke box.

E me la ricordo così, portata in casa da mio fratello maggiore Francesco, che se n'era letteralmente innamorato; mi ricordo a canticchiarmela da ragazzino, hombres, dónde los hombres?, capendo a malapena il significato delle parole, persino sulla spiaggia. Una delle canzoni riposte da qualche parte nella mia mente, e ritirata fuori oggi da Adriana, che vorrei ringraziare in modo del tutto speciale; anche costruendo una pagina che ne sia degna. [RV]
¿Qué cantan los poetas andaluces de ahora?
¿Qué miran los poetas andaluces de ahora?
¿Qué sienten los poetas andaluces de ahora?

Cantan con voz de hombre
Pero, ¿dónde los hombres?
Con ojos de hombre miran
Pero, ¿dónde los hombres?
Con pecho de hombre sienten
Pero, ¿dónde los hombres?

Cantan, y cuando cantan parece que están solos
Miran, y cuando miran parece que están solos
Sienten, y cuando sienten parece que están solos
¿Qué cantan los poetas, poetas andaluces de ahora?
¿Qué miran los poetas, poetas andaluces de ahora?
¿Qué sienten los poetas, poetas andaluces de ahora?

Y cuando cantan, parece que están solos
Y cuando miran , parece que están solos
Y cuando sienten, parece que están solos

Pero, ¿dónde los hombres?

¿Es que ya Andalucía se ha quedado sin nadie?
¿Es que acaso en los montes andaluces no hay nadie?
¿Que en los campos y mares andaluces no hay nadie?

¿No habrá ya quien responda a la voz del poeta,
Quien mire al corazón sin muros del poeta?
Tantas cosas han muerto, que no hay más que el poeta

Cantad alto, oiréis que oyen otros oidos
Mirad alto, veréis que miran otros ojos
Latid alto, sabréis que palpita otra sangre

No es más hondo el poeta en su oscuro subsuelo encerrado
Su canto asciende a más profundo,
Cuando abierto en el aire ya es de todos los hombres

Y ya su canto es de todos los hombres
Y ya su canto es de todos los hombres
Y ya su canto es de todos los hombres
Y ya su canto es de todos los hombres

inviata da ( CCG/AWS Staff) - 3/1/2009 - 13:08




Lingua: Spagnolo

La poesia originale di Rafael Alberti
The original poem by Rafael Alberti
El poema original de Rafael Alberti


ALBERTI
BALADA PARA LOS POETAS ANDALUCES DE HOY

¿Qué cantan los poetas andaluces de ahora?
¿Qué miran los poetas andaluces de ahora?
¿Qué sienten los poetas andaluces de ahora?

Cantan con voz de hombre, ¿pero dónde están los hombres?
con ojos de hombre miran, ¿pero dónde los hombres?
con pecho de hombre sienten, ¿pero dónde los hombres?

Cantan, y cuando cantan parece que están solos.
Miran, y cuando miran parece que están solos.
Sienten, y cuando sienten parecen que están solos.

¿Es que ya Andalucía se ha quedado sin nadie?
¿Es que acaso en los montes andaluces no hay nadie?
¿Qué en los mares y campos andaluces no hay nadie?

¿No habrá ya quien responda a la voz del poeta?
¿Quién mire al corazón sin muros del poeta?
¿Tantas cosas han muerto que no hay más que el poeta?

Cantad alto. Oiréis que oyen otros oidos.
Mirad alto. Veréis que miran otros ojos.
Latid alto. Sabréis que palpita otra sangre.

No es más hondo el poeta en su oscuro subsuelo encerrado
Su canto asciende a más profundo
Cuando, abierto en el aire, ya es de todos los hombres.

3/1/2009 - 13:17




Lingua: Italiano

Versione italiana di Riccardo Venturi
Canzone
4 gennaio 2009
POETI ANDALUSI

Che cantano i poeti andalusi di oggi?
Che cantano i poeti andalusi di oggi?
Che cantano i poeti andalusi di oggi?

Cantano con voce d'uomo,
Ma dove sono gli uomini?
E con occhi d'uomo guardano,
Ma dove sono gli uomini?
Con cuore d'uomo sentono,
Ma dove sono gli uomini?

Cantano, e quando cantano sembra che siano soli
Guardano, e quando guardano sembra che siano soli
Sentono, e quando sentono sembra che siano soli
Che cantano i poeti, i poeti andalusi di oggi?
Che guardano i poeti, i poeti andalusi di oggi?
Che sentono i poeti, i poeti andalusi di oggi?

E quando cantano, sembra che siano soli
E quando guardano, sembra che siano soli
E quando sentono, sembra che siano soli

Ma dove sono gli uomini?

Forse che l'Andalusia è rimasta senza più nessuno?
Forse che sui monti andalusi non c'è più nessuno?
Nei campi e nei mari andalusi non c'è più nessuno?

Non ci sarà più nessuno a rispondere alla voce del poeta,
A guardare al cuore senza muri del poeta?
Così tante cose sono morte, che non c'è più altri che il poeta

Cantate alto, sentirete che altri orecchi sentono
Guardate alto, vedrete che altri occhi guardano
Gridate alto, saprete che palpita altro sangue

Non è più sommerso il poeta, rinchiuso nella sua buia fossa
Il suo canto sale a qualcosa di più profondo
Quando è dischiuso nell'aria da tutti gli uomini

E allora il suo canto è di tutti gli uomini
E allora il suo canto è di tutti gli uomini
E allora il suo canto è di tutti gli uomini
E allora il suo canto è di tutti gli uomini.

4/1/2009 - 03:04




Lingua: Inglese

Versione inglese cantata da Los Aguaviva
What do the andalusian poets of today sing about?
What do the andalusian poets of today search for?
What do the andalusian poets of today feel?

The poets sing with mens' voices... but where are the men?
They search with mens' eyes... but where are the men?
They feel with mens' hearts... but where are the men?
The poets sing, but when they sing it seems as if they are alone...

They search, but when they sing it seems as if they are alone...
They feel, but when they feel it seems as if they are alone...

29/9/2013 - 19:04




Lingua: Francese

Version française – POÈTES ANDALOUS – Marco Valdo M.I. – 2013
Chanson espagnole – Poetas andaluces – Los Aguaviva – 1970

Poème Balada para los poetas andaluces de hoy de Rafael Alberti (1953)
Musique : Manolo Díaz – 1970


Chantent encore les poètes andalous

C'était en 1970 et, en Espagne, le généralissime Franco jouirait d'encore bien cinq ans de sa dégoûtante vie. Le poète andalou de lointaine origine toscane Rafael Alberti (son grand-père Tommaso Alberti Sanguinetti était un garibaldien pistoiais réfugié en Espagne) était par contre en exil en Italie. Faisant partie de la fameuse Generación de '27, comme Aleixandre, García Lorca, Salinas et Guillén, il avait adhéré au Parti Communiste et avait combattu le franquisme ; depuis 1939, il n'était plus rentré en Espagne ; depuis 1963, il vivait à Rome.
Son poème « Balada pare los poetas andaluces de hoy » parle du présent d'alors, des poètes andalous de cet aujourd'hui qui se retrouvaient seuls, après que leurs prédécesseurs, les hommes libres, avaient été détruits, anéantis, exilés par la dictature franquiste. Une poésie où la liberté se heurte au désert, à la solitude. Les poètes existent encore, mais que chantent-ils, que voient-ils, que ressentent-ils ? Ils chantent, voient et entendent avec des voix d'hommes, mais les hommes n'y sont plus. Ils sont seuls.
Il semble que l'Andalousie entière soit restée sans rien, privée de ses meilleurs hommes. Tuée par les fusils des traîtres, envoyée au loin sans plus d'espoir de retour. Et Alberti, qui était profondément andalou malgré l'exil qui l'avait ramené sur la terre de ses lointains aïeux, le sentait bien, mieux que les autres. Il le sentira encore plus lorsque, trois ans après, son ami et camarade Pablo Neruda, qui avait l'Espagne dans son cœur, mourra, seul, dans l'horreur d'une autre dictature qui avait à peine commencé à ensanglanter le Chili ; il lui dédiera, à Florence, un discours ému commencé dans un italien incertain et poursuivi en espagnol, et un volume intitulé « A Pablo Neruda, con Chile en el corazón»
Mais les poètes ne sont jamais seuls. Ils chantent, regardent et entendent plus haut ; d'autres voix répondront, d'autres yeux regarderont, d'autres oreilles entendront. Avec cette poésie, Rafael Alberti énonce dans la manière la plus simple (la simplicité est le vrai mètre de la grande poésie) la manière avec laquelle les poètes communiquent, même lorsque leur terre est en proie à la plus sombre et la plus noire solitude de la tyrannie.
Cette même année 1970, un groupe folkloriste espagnol, Los Aguaviva, qui jouissait alors d'une discrète renommée, même en Italie, décida de mettre en musique cette poésie, en la réélaborant pour l'adapter à la mélodie composée leur leader, producteur et compositeur Manolo Díaz. C'étaient vraiment d'autres temps, des temps où une poésie du genre de Rafael Alberti, mise en musique et chantée par un groupe folk espagnol pouvait bondir en tête des classements des disques les plus vendus. Présentée avec le titre abrégé de Poetas andaluces, elle réussit à entrer dans le hit parade italien. On l’entendait jusque dans les juke boxes.
Et je m'en souviens aussi ; rapportée chez nous par mon frère aîné Francesco, qui en était littéralement tombé amoureux, je me vois me la chantonner gamin, , même sur la plage : « hombres, dónde los hombres ? », comprenant à peine le sens des mots. Une des chansons remisée dans un coin de mon esprit, et sortie aujourd'hui par Adriana, que je voudrais remercier de façon entièrement spéciale ; en construisant une page qui en soit digne. [RV]


Apparemment, le chant d'Alberti a été entendu et à présent, l'Andalousie offre ses poètes sans voiles au monde entier : http://www.poetasandaluces.com/index.asp
[Lucien Lane]
POÈTES ANDALOUS

Que chantent les poètes andalous d'à présent ?
Que voient les poètes andalous d'à présent ?
Qu'entendent les poètes andalous d'à présent ?

Ils chantent d'une voix d'homme. Mais, où sont les hommes ?
Avec des yeux d'homme, ils voient. Mais, où sont les hommes ?
Avec leur poitrine d'homme, ils ressentent. Mais, où sont les hommes ?

Ils chantent, et quand ils chantent, on dirait qu'ils sont seuls
Ils voient, et quand ils voient, on dirait qu'ils sont seuls
Ils entendent, et quand ils entendent, on dirait qu'ils sont seuls

Que chantent les poètes andalous d'à présent ?
Que surveillent les poètes andalous d'à présent ?
Qu'entendent les poètes andalous d'à présent ?

Et quand ils chantent, on dirait qu'ils sont seuls
Et quand ils surveillent, on dirait qu'ils sont seuls
Et quand ils entendent, on dirait qu'ils sont seuls

Mais, où sont les hommes ?

Peut-être qu'en Andalousie, il n'y a plus personne
Peut-être que dans les montagnes andalouses, il n'y a plus personne
Que sur les terres et les mers andalouses, il n'y a personne ?

N'y a-t-il plus personne qui réponde à la voix du poète,
Qui voie le cœur sans voiles du poète ?
Tant de choses sont mortes, il n'y a plus rien que le poète

Chantez haut, vous entendrez ce qu'entendent d'autres oreilles
Regardez haut, vous verrez ce que voient les autres yeux
Battez haut le cœur, vous saurez où palpite un autre sang

Même enterré dans son obscur sous-sol, le poète n'est pas seul
Son chant monte du plus profond,
Quand il sort au jour, il est déjà à tous les hommes.
Et déjà, sa chanson est à tous les hommes
Et déjà, sa chanson est à tous les hommes
Et déjà, sa chanson est à tous les hommes
Et déjà, sa chanson est à tous les hommes

inviata da Marco Valdo M.I. - 30/9/2013 - 17:04


grande poesia magnifica canzone stupenda nostalgia...

francesco benegiamo - 5/5/2011 - 12:10


E' sempre attuale ed anche oggi mi domando :" Dove sono gli uomini di oggi?"

28/9/2013 - 23:03


Una piccola precisazione: anche se è stata messa in musica nel 1970, la poesia di Alberti è del 1953 come è indicato anche nel manoscritto riportato in questa stessa pagina. Naturalmente questo non toglie niente al commento: la poesia era ancora attualissima nel 1970.

Lorenzo - 29/9/2013 - 15:05


Ciao,mio papà ricordava questa canzone e ci faceva ridere cantandola ma poi l'ho cercata su internet,l'ho ascoltata e la adoro.un canto struggente che arriva al cuore

Cristina - 22/12/2013 - 14:07


Bellissima melodia e parole straordinarie...la cantiamo sempre insieme a mio fratello Mario fin dal 1974...in quei tempi si cantavano molto le canzoni contro la guerra, come gli Intillimani e appunto questo gruppo degli Aguaviva che sbalordì molto in Italia...partecipò ad un Festivalbar ed entrò nella Hit Parade italiana e noi la cantavamo nei bar, nelle feste, dappertutto...che bello risentirla e rivivere quei momenti ma soprattutto cantare contro la guerra...

Pino Grano - 19/3/2016 - 19:43




Pagina principale CCG

Segnalate eventuali errori nei testi o nei commenti a antiwarsongs@gmail.com




hosted by inventati.org