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Ringhera

Ivan Della Mea
Lingue: Italiano, Spagnolo (Lombardo Milanese)


Ivan Della Mea

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Ivan Della Mea: Ringhera. Versione originale completa.


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[1974]
Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel : Ivan Della Mea
Album / Albumi: Ringhera - Canzoni milanesi vecchie e nuove
Seconda chitarra e controcanto / 2nd Guitar and Counterpoint / 2ème guitare et contrepoint /
Toinen kitara ja kontrapointti: Alberto Ciarchi
I Dischi del Sole 64 7926614
Testo / Lyrics / Paroles / Sanat: Da / From Canzoniere della Protesta n°5.
Ivan Della Mea, testi e musiche. Edizione Bella Ciao, Milano 1976.

Ringhera, 1974.ringhretro



Quest’anno, il 2024, è, suo malgrado, l’anno dei cinquantenari. Cinquant’anni, tra le tante cose, dalle stragi fasciste del 1974 in Italia: Brescia, il treno Italicus. C’è chi non soltanto pratica, ma propugna e rivendica l’ “oblio”; mi riferisco, ovviamente, ai fascisti e fascistoni attualmente al governo (guidati da una signora che, il 28 maggio 1974, non era ancora nata, ma che ha le sue radici riconosciute in quel partito contro le cui attività stava parlando quel giorno il sindacalista Franco Castrezzati in piazza della Loggia, assieme a Adelio Terraroli, deputato del PCI, e a Gianni Panella, segretario della Camera del Lavoro di Brescia. Il discorso di Franco Castrezzati, come si sa e come si vorrebbe dimenticare, fu interrotto all’improvviso.



Poiché noialtri, invece, siamo qui apposta per non dimenticare e far dimenticare, e poiché siamo in costante lotta proprio contro l’ “oblio”, a cinquant’anni di distanza riproponiamo “Ringhera” la cantata che Ivan Della Mea scrisse subito dopo la strage di Brescia legando gli avvenimenti di allora alla Guerra Civile spagnola e alla Resistenza. Anche questa canzone ha cinquant’anni; e questa pagina ne ha venti. Da un numero considerevole di anni non viene più toccata, come accade a molte antiche pagine di questo sito. Nel 2004, quando è stata costruita, cadeva il trentestimo anniversario della strage, e son passati altri vent’anni.

Ringhera, come tutte le canzoni di Ivan Della Mea, non è apparentemente "contro la guerra". È, casomai, una cantata di lotta, la storia del nostro paese dal fascismo alla guerra di Spagna, dal duro dopoguerra alle stragi di stato e alle bombe fasciste vista attraverso le vicende di un ragazzo e di una ragazza "di ringhiera" milanese. Un affresco totale di una storia di lotte, di sopraffazioni e di morte (la cantata si chiude infatti con la morte della donna il 28 maggio 1974, nella strage di Piazza della Loggia a Brescia). Una storia di guerra e di lotta continua, quindi; una storia militante che, va da sé, si è sempre e necessariamente confusa con la lotta contro la guerra imperialista e contro la violenza delle classi dominanti. Per questo ritengo la sua inserzione in questa raccolta non solo giustificata, ma assolutamente imprescindibile. Continuo a ritenere che ci sia infinitamente più opposizione alla guerra, ed a ciò che ne è all'origine, in canzoni del genere, che in una canzonetta di Celentano o di qualsiasi altro autore commerciale che dice "pace pace pace, abbasso la guerra". In questa raccolta hanno trovato posto, peraltro, anche diverse canzoni del genere; ma questo è il suo spirito fin dall'inizio.

Ringhera è a mio parere una delle massime cantate in lingua italiana. Ciononostante, in rete mi è stato assolutamente impossibile reperirne il testo completo. Ho dovuto quindi trascriverla all'ascolto, con le ovvie imprecisioni e incomprensioni di chi non parla né capisce bene il milanese, e che mi sono state gentilmente ed opportunamente corrette dagli amici "Il Bah!" e Federico Marini sul newsgroup it.fan.musica.guccini (che continua così, seppur indirettamente, a contribuire alle "CCG"). Il presente testo è quindi il primo della cantata che compare su un sito Internet. Una "prima" assoluta.

NOTA: Il testo è stato poi ritrascritto sulla base di quello ufficiale stampato nel volume: Ivan Della Mea, Canzoniere della Protesta n°5, Edizioni Bella Ciao, Milano 1976.

Riporto a tale riguardo anche la mia introduzione al post su IFMG contenente la prima versione del testo (quella non corretta, cioè):

"Ringhera", tratta dall'album omonimo di Ivan della Mea (del 1974), è senza dubbio una delle composizioni più autenticamente epiche di tutta la canzone d'autore italiana; e ve la annovero volentieri tra le principali in assoluto, proponendola a questo newsgroup dato che, in rete, è assolutamente impossibile trovarne il testo completo.
Un'occasione per vederne il testo, per chi già la conosce, e di conoscerla per chi non ne ha mai sentito parlare.

È l'epopea, forse, di una classe, di un paese e di una città intera, Milano, quella Milano che voglio non vedere mai morta e sempre rinascere con quello che veramente è nel profondo, e che ho imparato nel tempo ad amare. Anche grazie al lucchese Della Mea. È la storia di questo paese dal fascismo alla Resistenza, dal dopoguerra alle stragi di stato. È la storia di una città operaia vista dalla parte della "Ringhera", le case di ringhiera della Milano
popolare (ed ora, spesso, trasformate in abitazioni da fighettume di merda...), la cui gente assurge a simbolo di tutti coloro che hanno lottato e che non si sono mai arresi.

È la storia di un uomo e di una donna che cade vittima di una strage fascista, quella di Brescia del 28 maggio 1974. Una di quelle stragi che vorrebbero farci dimenticare, non sapendo che qualcuno ci sarà sempre a tenere accesa la memoria. Voglio essere e sono uno di queste persone. Non intendo abdicare mai. Ora e sempre non solo Resistenza: ora e sempre memoria.

Questa cosa ha una dedica speciale: a mio padre, Alberto Venturi, che oggi avrebbe compiuto ottant'anni. È morto il 16 novembre 1997. Il 28 maggio 1974 venne a ritirarmi a scuola; quel giorno, diceva, tutto doveva restare fermo.

Riccardo Venturi, 28 ottobre 2004.


Il testo di "Ringhera" è composito e suddiviso in parti ben precise: Un'introduzione, una prima parte dedicata alla vicenda della Guerra di Spagna e una seconda dedicata alla strage di Brescia. È in milanese inframezzato con frequenti parti in italiano (e un ritornello in spagnolo, ripreso dal "Quinto regimiento").


Strage di Brescia. Piazza della Loggia, 28 maggio 1974. L'ultim tocch ross de bandera.
Strage di Brescia. Piazza della Loggia, 28 maggio 1974. L'ultim tocch ross de bandera.


Da "Canzoni e stragi di stato"
di Riccardo Venturi, 29/30 giugno 2005.

La Piazza.
Tempio della politica e dell'azione,dell'assemblea e della parola. Quella piazza che Giorgio Gaber contrapponeva come scelta della sua generazione alla casa e alla coppia sposata, la piazza "unica salvezza" per una generazione imperdonabile che rifiutava la dimensione privata e borghese della famiglia e le imputava anzi la colpa di tenere le persone lontane "dalla lotta, dal dolore e dalle bombe". Quell'ordigno nascosto in un cestino dei rifiuti colpì al cuore un'intera generazione in ciò che di più intimo e pubblico nel medesimo tempo aveva al mondo.

È la mattina del 28 maggio 1974. In Piazza della Loggia, cuore storico della città di Brescia, si sta svolgendo una anifestazione organizzata dal Comitato Permanente Antifascista bresciano per protestare contro la violenza dei gruppi della destra radicale. Sta parlando il sindacalista della CGIL Castrezzati. Proprio mentre il sindacalista sta parlando della strage di Piazza Fontana di quattro anni e mezzo prima, si sente uno scoppio. Nell'agghiacciante registrazione della manifestazione, un documento sonoro che chiunque ricordi quegli anni porterà per sempre dentro (fosse stato pure un ragazzino di undici anni, come io ero allora), si sente la voce di Castrezzati che parla; lo scoppio; ancora Castrezzati, che con voce rotta grida "Compagni! State Calmi! Lavoratori! Tutti al centro della piazza!". Sul selciato, tra i brandelli delle bandiere rosse, restano i corpi dilaniati di otto persone, delle quali vogliamo ricordare il nome.

Giulietta Banzi Bazoli, Livia Bottardi Melani, Clementina Calzari Trabeschi, Euplo Natali, Luigi Pinto, Bartolomeo Talenti, Alberto Trabeschi (marito di Clementina), Vittorio Zambarda.
Rimangono ferite in modo più o meno grave altre 103 persone.

Da allora, per chi era lì quella mattina, Piazza della Loggia resterà sempre squarciata dai corpi ammucchiati, dalle bandiere rosse come il sangue stese a terra per coprire l'orrore, dal fumo e dalla confusione, dall'odore acre di polvere e carne bruciata. Da allora sarà "la piazza lavata", dacché qualcuno diede ordine ai pompieri di spazzarla con gli idranti cancellando ogni indizio per rivestirla al cospetto dei nuovi giorni. Non riuscirà mai a riprendere le sue funzioni di mercato al sabato, di fermata degli autobus, di snodo del centro storico: la sua condizione fondamentale sarà quella di piazza ferita, solo per gli occhi disattenti "lavata" e acconciata per le futilità quotidiane. "Loro - quei corpi straziati - ci sono anche se non vogliamo guardare" (Mario Rigoni Stern).

*

A differenza di quella di Piazza Fontana, la strage di Brescia non ha avuto, a quanto mi è noto, grandissimo eco nella canzone d'autore e popolare. Con un'unica, importantissima eccezione: "Ringhera" di Ivan della Mea.

*

Ringhera è invece un ulteriore sguardo sulla vicenda personale di un anziano militante comunista, sul quale passa come un’escavatrice, a strapparne radici e carne, la furia della violenza di classe. Se le altre canzoni del Lp, dal "cantautore" stesso "riscoperte" in un particolare momento del proprio excursus, e viste sotto una nuova dimensione, che si sbarazza degli equivoci cui erano in precedenza andate incontro, erano state fraintese quali approcci intellettualistici ad un ambiente sottoproletario – in cui, come ha acutamente osservato lo stesso Della Mea, si ritrova quella "coscienza eccetera" che, purtroppo, "ancora oggi" ripiega nello "storico cu e mena", il quale "resta indefettibilmente cu e mena fino a quando c’è un padrone da mandare a dar via il culo e da far menare", cioè sparire – con questa lunga canzone e anche con Mio dio Teresa tu sei bella "la teoria ritorna felicemente prassi", "il che" lo "riconcilia coi classici in materia di materialismo". In questo modo, infatti, egli presenta Ringhera: "… l’ho finita il 23 maggio (del ’74, n.d.r.). In essa, prendendo spunto dai numerosi attentati fascisti alle sedi delle organizzazioni democratiche, facevo scoppiare una bomba anche nella sezione del compagno di cui si parla nella canzone, la cui vicenda ho inventato ma che tuttavia potrebbe anche essere vera. La mattina del 28 maggio i fascisti hanno fatto esplodere una bomba a Brescia durante una manifestazione ed è stato un ennesimo eccidio di lavoratori. Ho quindi sentito l’esigenza di legare ancora di più la mia storia di fantasia con la drammatica cronaca della lotta di classe in questo periodo e ho aggiunto la parte finale della canzone scritta, di getto la mattina del 29 maggio".

Vittima, dunque, di uno fra i tanti attentati fascisti, il protagonista di Ringhera si trova a rievocare i vari momenti che hanno caratterizzato la sua vita di militante, partendo dagli anni giovanili e arrivando alla guerra di Spagna, quindi alla Resistenza e all’immediato dopoguerra, con tutte le sue speranze e i successivi disincanti. Dal 25 aprile, il "giorno/ della festa", egli trascorre la propria esistenza per "trent’anni/ operaio della catena e/ poi dopo/ ma per trent’anni/ giù in sezione con la ringhera". La "ringhera" non demorde: dopo l’attentato (che prosegue con l’eccidio di Brescia, in cui muore la donna del militante comunista), "mattone su mattone/ han rifatto la sezione/ ogni pietra era un colpo/ ma sul muso del padrone" e rimesso i panni "cari della Spagna" e torna in marcia un’altra volta/ tutta insieme…". Non c’è in questo alcun atteggiamento di fideismo, né di misticheggiante deformazione della militanza: al contrario, v’è una coerenza estrema e comune all’ideologia di chi compie una scelta e la sa sostenere fino in fondo. Vi è un ineffabile sentimento d’amore, non individualistico, bensì collettivo, collegato assai strettamente all’impegno e alle necessità materialistiche della lotta di classe: si tratta di quel comunismo che è il senso peculiare nel Della Mea compagno e "cantautore", dove si fondono la pratica della vita e il bisogno delle forze organizzate. Quel comunismo fatto di "amore", di "tenerezza", di "rabbia", di "bisogno", di "speranza" e di "certezza", guidati da una conoscenza che è a un tempo individuale e collettiva, prassi sociale di vivere nella totale consapevolezza della lotta marxista, anche a prezzo della propria vita o di quella delle persone più care.

Teresio Zaninetti, Rabbia e poesia in Ivan DellaMea
[Introduzione. El Quinto Regimiento. I ragazzi della ringhera formano il loro reggimento.]

El dieciocho día de julio
En el patio de un convento,
El dieciocho día de julio
En el patio de un convento

El Partido Comunista
Fundó el Quinto Regimiento,
El Partido Comunista
Fundó el Quinto Regimiento.
[1]

El desdòtt del mes de lüli
Int el chiòster del convent,
El desdòtt del mes de lüli
Int el chiòster del convent

I compagn de la ringhera
Han faa sü el sò regiment,
I compagn de la ringhera
Han faa sü el sò regiment. [2]
E tira sü la bandera,
La nostra Spagna è già rossa
L'è rivada la ringhera,
Fazolett, giò ne la fossa!

E tira su la bandera,
La nostra Spagna è già rossa
L'è rivada la ringhera,
Fazolett giò ne la fossa! [3]
[1. I ragazzi della ringhera partono per la Spagna. Il saluto alla morosa. In Spagna.]

Lü ‘l g'aveva desdòtt ann,
Desdòtt ann, ma de ringhera,
Desdòtt ann, ma de speransa,
Tüta rossa de bandera.

La morosa la zigava,
La diseva: "Resta in cà ",
Lü la varda: "Devo andare."
"Devi andare, allora va'."

L'ha basada, ribasada,
La rideva: che magon,
Lee ghe pianta 'na sgagnada
E la sara sò el porton.

E la bàtera de ringhera
Tüta insema 'riva in Spagna,
'Riva cont la sò bandera
Bela rossa e sensa cragna.
El dieciocho día de julio
En el patio de un convento,
El Partido Comunista
Fundó el Quinto Regimiento.
El desdòtt del mes de lüli,
Int el chiòster del convent,
I compagn de la ringhera
Han faa sü el sò regiment.
E tira sü la bandera,
La nostra Spagna è già rossa
L'è rivada la ringhera,
Fazolett giò ne la fossa!

E tira sü la bandera,
La nostra Spagna è già rossa,
L'è rivada la ringhera,
Fazolett giò ne la fossa!
[2. La Resistenza. Il 25 Aprile. Ritorno dalla morosa: il matrimonio, vita da operai, la militanza politica. Primi attentati fascisti. La lotta iniziata in Spagna e la Resistenza non sono finite.]

Dòpo Spagna, la montagna,
Ohè, morosa, sü, pasensa,
La ringhera, la bandera
La se ciama Resistensa.

Riva el giorno de la festa,
Riva el venticinque aprile,
La ringhera tòrna a cà,
La morosa l'è in cortile.

L'ha basada, ribasada
La piangeva, la taseva,
E pö lü l'ha sgagnada,
L'è scapada tüta 'legra.

E pö dòpo, ma per trint'ann
Operari a la cadena,
E pö dòpo, ma per trint'ann
Giò in session cont la ringhera.

A l'han trovaa ch'el cantava
Tra i maton e pien de tera,
La session l'era 'ndada:
Ona bomba tüta nera

Di fascista, e lü 'l cantava
La canzon de la ringhera
E in man, rent a i man
l'ültim tòcch ross de bandera.

E 'l cantava, lü l'cantava
La canzon de la ringhera,
e...
El desdòtt del mes de lüli
Int el chiòster de on convent,
El desdòtt del mes de lüli
Int el chiòster de on convent

I compagn de la ringhera
Han faa sü el sò regiment,
I compagn de la ringhera
Han faa sü el sò regiment.
E tira sü la bandera,
La nostra Spagna è già rossa
L'è rivada la ringhera,
Fazolett, giò ne la fossa!
[3. Brescia, 28 maggio 1974. La strage fascista.]

Quanta gent che gh'è in piassa
Coi compagn de la ringhera
E gh'è anca la morosa,
Cont el tocch ross de bandera.

E che acqua! "Ven chi sòta,
Ven chi sòta, ma de prescia!",
Urla Brescia, urla e scoppia,
'Na fiamada e la morosa

A l'è mòrta, tüta mòrta
Mezz al füm col sang per tera,
E in man, rent a i man
L'ültim tòcch ross de bandera.

L'ha basada, ribasada
La taseva, la taseva
E alora l'ha vardada
L'era bianca, e rossa l'era

Ross de sang ch'el se squaja
Ne la piògia disperada,
E la mòrt che la sgagna
Tüta intorna on pò stranida.

E la rabia disarmada,
Brescia piange la ringhera,
Tòrna a casa sensa dòna
Sensa el tòcch ross de bandera, e...
Il ventotto, ma di maggio
I compagn de la ringhera
Han gridato: "Su, coraggio!
Riprendiamo la bandiera."

E mattone su mattone
Han rifatto la sezione,
Ogni pietra era un colpo
Ma sul muso del padrone.

Han rimesso i vecchi panni,
Quelli cari della Spagna
Hanno ritrovato il passo,
Quello duro di montagna.
[Conclusione. Ora e sempre, Resistenza!

E cantando la canzone
La più bella, la più vera,
E cantando la canzone
La più bella, la più vera

Torna in marcia un'altra volta
Tüta insema la ringhera,
Torna in marcia un'altra volta
Tüta insema la ringhera.
E tira sü la bandera!
L'Italia si farà rossa,
L'è 'rivada la ringhera
fazolett giò ne la fossa!

E tira sü la bandera,
L'Italia si farà rossa
L'è 'rivada la ringhera,
Fazolett giò ne la fossa!

E tira sü la bandera!
E tira sü la bandera!
E tira sü la bandera!
E tira sü la bandera!
NOTE AL TESTO:

[1] Si tratta della prima strofa, leggermente modificata, del "Quinto Regimiento", uno dei canti più celebri della Guerra di Spagna. Il testo originale presenta una variante in cui, al posto del "Partido Comunista", si ha "el pueblo madrileño", "Il popolo madrileno". Riporto il testo del canto originale seguito da una traduzione:

El dieciocho de julio
en el patio de un convento
el partido comunista
fundó el Quinto Regimiento.

Venga jaleo, jaleo
suena la ametralladora
y Franco se va a paseo.

Con Líster, el Campesino,
con Galán y con Modesto
con el comandante Carlos,
no hay miliciano con miedo.

Venga jaleo, jaleo
Suena la ametralladora
y Franco se va a paseo.

Con los cuatro batallones
que Madrid están defendiendo
se va lo mejor de España
la flor más roja del pueblo.

Venga jaleo, jaleo
suena la ametralladora
y Franco se va a paseo.

Con el quinto, quinto, quinto,
con el Quinto Regimiento
madre yo me voy al frente
para las líneas de fuego.

Venga jaleo, jaleo
suena la ametralladora
y Franco se va a paseo.


Il Quinto Reggimento

Il diciotto di luglio
Nel chiostro du un convento
Il Partito Comunista
Fondò il Quinto Reggimento.

Venite, forza, forza!
Suona la mitragliatrice
E Franco se ne andrà in culo.

Con Líster il "Contadino",
Con Galán e con Modesto,
Con il comandante Carlos
Non c’è Miliziano che abbia paura.

Venite, forza, forza!
Suona la mitragliatrice
E Franco se ne andrà in culo.

Con i quattro battaglioni
Che difendono Madrid
C’è il meglio di tutta la Spagna,
Il fiore più rosso del popolo.

Venite, forza, forza!
Suona la mitragliatrice
E Franco se ne andrà in culo.

Con il quinto, quinto, quinto,
Con il quinto Reggimento,
Mamma, me ne vado al fronte
Alle linee di fuoco.

Venite, forza, forza!
Suona la mitragliatrice
E Franco se ne andrà in culo.

[2] È la resa in milanese della strofa precedente, con i compagn de la ringhera al posto del Partido Comunista.

[3] Il ritornello che chiude ogni parte della cantata.



Lingua: Italiano

Versione italiana / Italian version / Version italienne / Italiankielinen versio

bres


Nota. In linea di massima, il seguente testo in italiano riproduce quello presente in: Canzoniere della Protesta 5: Ivan della Mea, testi e musiche. Milano, 1976, Edizioni Bella Ciao. E' stato però modificato in alcuni punti, che non vengono qui indicati. E' stata aggiunta qualche nota esplicativa; il testo è stato ridisposto in base a quello originale così come "ridisegnato" in occasione della radicale ristrutturazione di questa pagina. Non sono però presenti le introduzioni riassuntive alle varie sezioni della cantata. [RV]
Ringhiera [1]

Il diciotto del mese di luglio
Nel chiostro di un convento,
Il diciotto del mese di luglio
Nel chiostro di un convento

il Partito Comunista
Fondò il Quinto Reggimento,
Il Partito Comunista
Fondò il Quinto Reggimento. [2]


Il diciotto del mese di luglio
Nel chiostro del convento, [3]
Il diciotto del mese di luglio
Nel chiostro del convento

I compagni di Ringhiera
Han creato il loro reggimento,
I compagni di Ringhiera
Han fatto il loro reggimento.
E tira su la bandiera,
La nostra Spagna è già rossa,
È arrivata la Ringhiera,
Fascisti giù nella fossa! [4]

E tira su la bandiera,
La nostra Spagna è già rossa,
È arrivata la Ringhiera,
Fascisti giù nella fossa!
1.

Lui aveva diciott'anni,
Diciott'anni, ma di Ringhiera,
Diciott'anni di speranza
Tutta rossa di bandiera.

La morosa lo sgridava,
Gli diceva "Resta a casa",
Lui la guarda: "Devo andare."
"Devi andare, allora va'."

L'ha baciata e ribaciata,
Lei rideva: che magone,
Lei gli dà una morsicata
E chiude il portone.

E la ghenga [5] di Ringhiera
Tutta assieme arriva in Spagna,
Arriva con la sua bandiera
Bella rossa e tutta pulita. [6]
Il diciotto del mese di luglio,
Nel chiostro di un convento
Il Partito Comunista
Fondò il Quinto Reggimento.


Il diciotto del mese di luglio,
Nel chiostro del convento,
I compagni di Ringhiera
Han creato il loro reggimento.
E tira su la bandiera!
La nostra Spagna è già rossa,
È arrivata la Ringhiera,
Fascisti giù nella fossa!

E tira su la bandiera!
La nostra Spagna è già rossa,
È arrivata la Ringhiera,
Fascisti giù nella fossa!
2.

Dopo la Spagna, la montagna
Ohè, morosa! Su, pazienza
La Ringhiera, la bandiera
Si chiama Resistenza.

Arriva il giorno della festa,
Arriva il venticinque aprile,
La Ringhiera torna a casa,
La morosa è in cortile.

L'ha baciata e ribaciata,
Lei piangeva e lei taceva,
E poi lui l'ha morsicata,
È scappata tutta allegra.

E poi dopo, ma per trent'anni
Operaio alla catena,
E poi dopo, ma per trent'anni
Giù in sezione con la Ringhiera.

L'han trovato che cantava
Tra i mattoni, pieno di terra
E la sezione era andata:
Una bomba tutta nera

Di fascisti, e lui cantava
La canzone della Ringhiera,
E in mano, dentro alle mani
L’ultimo pezzo rosso della bandiera.

E cantava, lui cantava,
La canzone della ringhiera,
e...
Il diciotto del mese di luglio
Nel chiostro di un convento
Il diciotto del mese di luglio
Nel chiostro di un convento

I compagni della Ringhiera
Han creato il loro reggimento
I compagni della Ringhiera
Han creato il loro reggimento.
E tira su la bandiera!
La nostra Spagna è gia rossa,
È arrivata la Ringhiera,
Fascisti giù nella fossa!
3.

Quanta gente che c'è in piazza
coi compagni della ringhiera,
e c'è anche la morosa
col pezzo rosso di bandiera

E che acqua: "vieni qui sotto,
vieni qui sotto, ma alla svelta",
Urla Brescia, urla e scoppia,
una fiammata e la morosa

È morta, tutta morta
tra il fumo, col sangue per terra
e in mano, dentro alle mani
l'ultimo pezzo rosso di bandiera

L'ha baciata, ribaciata,
Lei taceva, lei taceva
e allora l'ha guardata
era bianca, e rossa era

di rosso sangue che si scioglie
nella pioggia disperata,
e la morte che morde
tutto intorno un po' stranita

E la rabbia disarmata,
Brescia piange, la ringhiera
torna a casa, senza sua moglie,
senza il pezzo rosso di bandiera, e...
Il ventotto, ma di maggio
I compagni di Ringhiera
Han gridato: "Su, coraggio,
Riprendiamo la bandiera."

E mattone su mattone
Han rifatto la sezione,
Ogni pietra era un colpo
Ma sul muso del padrone.

Han rimesso i vecchi panni,
Quelli cari della Spagna,
Hanno ritrovato il passo
Quello duro di montagna.
E cantando la canzone
La più bella, la più vera
E cantando la canzone,
La più bella, la più vera

Torna in marcia un'altra volta
Tutta insieme la Ringhiera,
Torna in marca un'altra volta
Tutta insieme la ringhiera
E tira su la bandiera!
L'Italia si farà rossa,
È arrivata la Ringhiera,
Fascisti giù nella fossa!

E tira su la bandiera!
L'Italia si farà rossa,
È arrivata la ringhiera,
Fascisti giù nella fossa!

E tira su la bandiera!
E tira su la bandiera!
E tira su la bandiera!
E tira su la bandiera!
[1] Come già specificato (v. l’introduzione alla canzone), l’ambientazione storica è quella delle “case di ringhiera” di Brescia.

[2] Il Quinto Regimiento de las Milicias Populares fu attivo effettivamente dal 18 luglio 1936 al 22 gennaio 1937 nella Guerra civile spagnola. Fu costituito a partire dalle Milicias Antifascistas Obreras y Campesinas comandate da Juan Modesto; tali milizie si erano formate a Madrid già nel 1933. Detto El Quinto per antonomasia, o Regimiento de Acero (“Reggimento d’Acciaio”), aveva realmente come base operativa la scuola-convento dei Padri Salesiani a Madrid. Prima che confluisse nell’esercito regolare repubblicano, arrivò a contare fino a 20.000 miliziani.

quintreg


[3] Nonostante il canto spagnolo dica chiaramente ...de un convento, la resa milanese di Ivan Della Mea presenta l’articolo determinato, e così è stata conseguentemente tradotta.

[4] Il termine milanese fazolett (lett. “fazzoletto”) appartiene al gergo della “Ligera”: indica un teppista che porta un fazzoletto al collo come segno distintivo (una pratica comune nella mala). Passò facilmente a indicare i “fascisti” squadristi che, non di rado, portavano anch’essi dei fazzoletti coi loro emblemi. Ma, probabilmente, nel termine gioca anche l’assonanza tra “fascisti” e “fazolett” (pronunciato fassolètt), quasi fosse “fascistelli”.

[5] Bàtera è termine specificamente bresciano, anche se non ignoto a Milano e un po’ in tutto il Norditalia (persino a Venezia). In Lombardia indica una “compagnia di giovani”, un “branco”, una “ghenga di ragazzi”; a Milano e Brescia appartiene anch’esso al gergo della Ligera, e indica una “banda di teppistelli”, di giovani facinorosi ecc. Si tratta probabilmente di un’alterazione di batteria.

[6] Nel testo originale, sensa cragna significa, alla lettera, “senza sporcizia”.

inviata da Riccardo Venturi - 17/5/2006 - 16:04




Lingua: Inglese

New English version / Nuova versione inglese / Nouvelle version anglaise / Uusi englanninkielinen versio:
Riccardo Venturi, 11/12-5-2024

Brescia: old popular housing blocks (Case di Ringhiera).
Brescia: old popular housing blocks (Case di Ringhiera).
Ringhera [1]

[Introduction. The Fifth Regiment. The Ringhera Blocks boys form their regiment.]
On the eighteenth day of July
In the patio of a convent,
On the eighteenth day of July
In the patio of a convent

The Communist Party
Formed the Fifth Regiment,
The Communist Party
Formed the Fifth Regiment.


On the eighteenth day of July
In the cloister of a convent,
On the eighteenth day of July
In the cloister of a convent

The young comrades from the Blocks
Formed their own regiment,
The young comrades from the Blocks
Formed their own regiment.
So lift up your flag!
Our Spain is already red,
The Ringhera boys are there
To bury the Fascists!

So lift up your flag!
Our Spain is already red,
The Ringhera boys are there
To bury the Fascists!
[1. The Ringhera Blocks boys leave for Spain. Farewell to the sweetheart. In Spain.]

He was only eighteen years old,
Eighteen, yes, but from the Blocks,
Eighteen years spent in hope,
Hope was red just like his flag.

Now we see him lovingly scolded
By his sweetheart: “Stay home!”
He looks at her: “I must go”.
“So, if you must go, then go!”

He kissed her again and again,
She laughed, but in sad grief,
She gave him a tender bite
And shut up the front door.

And the comrades from the Blocks
Landed in Spain all together,
They landed with their flag
All blood-red and unsoiled.
In the patio of a convent,
On the eighteenth day of July
In the patio of a convent

The Communist Party
Formed the Fifth Regiment,
The Communist Party
Formed the Fifth Regiment.


On the eighteenth day of July
In the cloister of a convent,
On the eighteenth day of July
In the cloister of a convent

The young comrades from the Blocks
Formed their own regiment,
The young comrades from the Blocks
Formed their own regiment
So lift up your flag!
Our Spain is already red,
The Ringhera boys are there
To bury the Fascists!

So lift up your flag!
Our Spain is already red,
The Ringhera boys are there
To bury the Fascists!
[2. Resistance. 25 April. Back home with the sweetheart: marriage, working life, political activity. First fascist attacks. The struggle begun in Spain and Resistance are not over yet.]

And, then, partisans on the mountains
"Cheer up, sweetheart, it’s all right!
The Ringhera boys and their flag
Bear just one name: Resistance!”

The day comes of rejoicing,
25 April is come!
The young comrades from the Blocks
Are back home in the courtyard.

He kissed her again and again,
She cried without saying a word,
He gave her a tender bite,
She went away happy and joyful.

And then, thirty years spent together
Working at the assembly line,
And then, thirty years at the Party’s
Local section with their comrades.

They found him singing a song
In the rubble, dirty with earth,
The section had been blown up
By a bomb, a black bomb,

A fascist bomb, and he was singing
The song of Ringhera blocks,
And he was holding in his hands
The last torn strip of a red flag.

And he was singing, he was singing
The song of Ringhera blocks,
And...
On the eighteenth day of July
In the cloister of a convent,
On the eighteenth day of July
In the cloister of a convent

The Communist Party
Formed the Fifth Regiment,
The Communist Party
Formed the Fifth Regiment.
So lift up your flag!
Our Spain is already red,
The young comrades of the Blocks
Are here to bury the fascists!
[3. Brescia, 28 May 1974. The fascist bombing massacre.]

The square is packed with people
And with comrades from the Blocks,
His sweetheart is there, too,
With the last, torn red flag strip

And it’s raining like hell,
“Quick! Come on here under the arcades!”
First a blaze, then an explosion,
People screaming, and his sweetheart

Now lies dead in her own blood,
Dead on the ground, in the smoke,
Holding firmly in her hands
The last torn strip of a red flag.

He kissed her again and again,
Yet she kept deadly silent,
Deadly pale, yet ruby red
While he stands looking at her.

And now all the blood is melting
In the rain, in desperation,
Death is biting, biting strongly
In confusion all around.

Brescia is crying, with unarmed,
Helpless rage, and the comrade
Comes back home without his wife,
Without the torn red flag strip, and…
On the 28th day of May
The comrades of the Blocks
Shouted: “Comrades! Let’s go then!
Let’s take our flag again.”

Laying brick after brick
They rebuilt all the section
And each brick was like a blow
On the dirty face of masters.

They’ve put on again their clothes,
The dear clothes they wore in Spain,
They’ve taken their steps again
With the hard pace of partisans.
[Conclusion. Now and always, Resistance!]

And singing again the song,
The truest and sweetest song,
And singing again the song
The truest and sweetest song

The comrades of Ringhera Blocks
Are marching again together,
The comrades of Ringhera Blocks
Are marching again together.
So lift up your flag!
Italy’s going to turn red!
The comrades of Ringhera Blocks
Are here to bury the fascists!

So lift up your flag!
Italy’s going to turn red!
The comrades of Ringhera Blocks
Are here to bury the fascists!

So lift up your flag!
So lift up your flag!
So lift up your flag!
So lift up your flag!
[1] The so-called “Case di ringhiera” (Ringhera is a dialectal word form) are old popular housing blocks typical of Northern Italy and, in particular, of Lombardy. Whole neighborhoods may be formed by such blocks, characterized by long railings (“ringhiere”) running through the storey terraces where the small apartments are aligned without separation. The term “Ringhera” has been left untranslated in the title and, here and there, also in the translation. Otherwise, the generic term “Blocks” has been used.

17/5/2006 - 17:38




Lingua: Spagnolo

Versión al español / Versione spagnola / Spanish version / Version espagnole / Espanjankielinen versio:
Lorenzo Masetti y Riccardo Venturi, 11/13-5-2024


La Scighera (Milano), 9 maggio 2014: Una rara, e forse unica, esecuzione dal vivo completa di “Ringhera”: al canto, il cantastorie bresciano Bruno Podestà. Accompagnaato da Alessio Lega (2a chitarra), Paolo Ciarchi (fiati e rumori), Guido Baldoni (fisa), Marco Rovelli (controcanto) e altri due artisti che non riconosco nel video. Ivan Della Mea sarebbe scomparso soltanto poco più di un mese dopo.
La Barandilla de Ringhera

[Introducción. El Quinto Regimiento. Los chicos de la barandilla (viviendas populares de Milán y Brescia) forman su propio regimiento.]

El dieciocho de julio [1]
En el patio de un convento,
El dieciocho de julio
En el patio de un convento

El Partido Comunista
Fundó el Quinto Regimiento,
El Partido Comunista
Fundó el Quinto Regimiento.


El dieciocho de julio
En el patio del convento,
El dieciocho de julio
En el patio del convento

Los compañeros de la barandilla
Fundaron su propio Regimiento
Los compañeros de la barandilla
Fundaron su propio Regimiento.
¡A levantar la bandera!
Nuestra España ya está roja,
Llegaron los de la barandilla,
¡Fascistas en la tumba!

¡A levantar la bandera!
Nuestra España ya está roja
Llegaron los de la barandilla,
¡Fascistas en la tumba!
[1. Los chicos de la barandilla salen por España. Saludan a sus novias. En España]

Él tenía dieciocho años,
Dieciocho años de barandilla
Dieciocho años de esperanza
Roja como la bandera.

Y la novia, algo gritando,
Le decía: “Quédate en casa”,
Él la mira, “Tengo que irme.”
“Si tienes que irte, entonces ve.”

La besó, una vez, otra vez,
Ella reía: que tristeza,
Ella le da una mordida
Y pronto cierra el portal.

La compañía de barandilla
Llega a España, todos juntos,
Llegan con su bandera
Roja, hermosa y sin mancha.
El dieciocho de julio,
En el patio de un convento,
El Partido Comunista
Fundó el Quinto Regimiento.


El dieciocho día de julio
En el patio del convento,
Los compañeros de la barandilla
Fundaron su propio Regimiento

¡A levantar la bandera!
Nuestra España ya está roja
Llegaron los de la barandilla,
¡Fascistas en la tumba!

¡A levantar la bandera!
Nuestra España ya está roja
Llegaron los de la barandilla,
¡Fascistas en la tumba!
[2. La Resistencia. El 25 de Abril. Reencuentro con la novia: la boda, vida de obreros, la militancia política. Primeros atentados fascistas. La lucha iniciada en España y la Resistencia no han terminado.]

Después de España, la montaña [2]
Oye, chica, ten paciencia,
La barandilla, la bandera
Se llama Resistencia.

Llega el día de la fiesta
Llega el veinticinco de abril
Los de la barandilla vuelven a casa
La novia está en el patio.

La besó, una vez, otra vez,
Ella lloraba y se callaba,
Luego él le dio una mordida,
Salió corriendo, toda alegre.

Y luego, por treinta años
Obrero a la linea de montaje,
Y luego, por treinta años
A la sección con la barandilla.

Lo encontraron cantando
Entre los ladrillos y cubierto de tierra,
La sección desaparecida,
Una bomba, toda negra

De fascistas, y él cantaba
La canción de la barandilla
Y en la mano, entre las manos
El último trozo rojo de bandera.

Y cantaba, él cantaba
la canción de la barandilla
y...
El dieciocho día de julio
En el patio del convento,
Los compañeros de la barandilla
Fundaron su propio Regimiento.
¡A levantar la bandera!
Nuestra España ya está roja
Llegaron los de la barandilla,
¡Fascistas en la tumba!

¡A levantar la bandera!
Nuestra España ya está roja
Llegaron los de la barandilla,
¡Fascistas en la tumba!
[3. Brescia, 28 de mayo 1974.El atentado fascista.]

Cuanta gente hay aquí en la plaza
Con los compañeros de la barandilla,
Y también está la novia
Con el trozo rojo de bandera.

“¡Que lluvia!” “¡Ven aquí abajo [3]
Ven aquí abajo, pero de prisa!”
Grita Brescia, grita y estalla,
Una llamarada y la novia...

Está muerta en el humo,
Muerta, y la sangre se derrama,
Y en la mano, entre las manos
El ultimo trozo rojo de bandera.

La besó, una vez, otra vez,
Y ella no decía más nada,
Y entonces la miró
Estaba blanca, y estaba roja

De la sangre que se derrite
En la lluvia desesperada,
Y la muerte está mordiendo
todo alrededor, algo extrañada.

Y la rabia desarmada,
Brescia llora, la barandilla,
Vuelve a casa sin mujer
Sin el trozo rojo de bandera, y…
El veintiocho, pero de mayo,
Los compañeros de la barandilla
Gritaron: “¡Adelante!
Retomemos la bandera.”

Y ladrillo sobre ladrillo
Reconstruyeron la sección,
Cada piedra era un golpe
En la cara del patrón.

Retomaron las viejas ropas,
La queridas ropas de España,
Recuperaron el paso,
El paso duro de montaña.
[Conclusión. ¡Ahora y siempre, Resistencia!]

Y cantando la canción
La más bella y verdadera,
Y cantando la canción
La más bella y verdadera

Vuelven en marcha otra vez
Todos juntos los de la barandilla.
Vuelven en marcha otra vez
todos juntos los de la barandilla.
¡A levantar la bandera!
Italia será pronto roja,
Llegaron los de la barandilla,
¡Fascistas en la tumba!

¡A levantar la bandera!
Italia será pronto roja,
Llegaron los de la barandilla,
¡Fascistas en la tumba!

¡A levantar la bandera!
¡A levantar la bandera!
¡A levantar la bandera!
¡A levantar la bandera!
[1] En el original, la canción española del Quinto Regimiento presenta un misterioso: "El Dieciocho día de julio". No se sabe por qué Ivan Della Mea quiso interpolar la palabra "día". Ha sido eliminada de esta versión en español.

[2] Aquí "montaña" es sinónimo de "resistencia, movimiento partisano".

[3] El día de la masacre fascista en Brescia (28 de mayo de 1974) llovía a cántaros. Muchas personas se habían refugiado bajo los pórticos de la Piazza della Loggia para escuchar el discurso del sindicalista Castrezzati, cuando estalló la bomba colocada en un contenedor de basura justo al lado del pórtico.

13/5/2024 - 13:13


e' bellissimo

julien looser - 13/4/2007 - 19:48


Chi mi aiuta a trovare l'mp3 de "La ringhera"? Grazie anticipate!
(Lele)

Lo stiamo cercando anche noi, e da molto tempo. Puoi stare certo che, non appena lo reperiremo, lo metteremo immediatamente in scaricamento tramite apposito link. Insomma, come sempre, è questione di portare pazienza...[RV]

17/5/2007 - 14:32


Grazie. Anch'io la cerco da anni. Negli anni Settanta la sapevo tutta a memoria, e pure la cantavo, accompagnandomi con la chitarra. Non so più quanti minuti la facessi durare (forse 16?!), ma tra i compagni ero richiestissimo! La canzone forse non la sento da allora. Ho visto che l'album è stato ristampato nel 2004 in cd. Aspetto con pazienza. Spero solo di non aspettare altri 30 anni... Complimenti per il sito!

Lele - 17/5/2007 - 18:12


Non la trovo, non la trovo, c***o!!!
(Alessandro, il cacciatore di mp3 (frustrato))

Alessandro, aspetta almeno fino a sabato quando farò un tentativo all'Istituto De Martino direttamente con Ivan Della Mea. Nel senso che gli chiederò il permesso di metterla in scaricamento....vediamo come va. [RV]

18/5/2007 - 10:44


Com'è andata sabato? Cos'ha detto Della Mea? Siamo in ansia... :-)
(Lele)

Ohibò, devo confessarti che mi sono del tutto dimenticato della cosa! Mal di poco: il 1° giugno ci risono per il concerto degli Apuamater Indiesfolk. Stavolta non sgarro: promesso. Anzi: un dovere morale, un impegno preciso! [RV]

22/5/2007 - 15:24


ahem... aggiornamenti?


(Lele)

Scrivimi in privato su k.riccardo@gmail.com

4/6/2007 - 14:43


io ti ho scritto in privato su k.riccardo@gmail.com

Ma tu non mi hai risposto

:-(

Lele - 10/7/2007 - 15:55


Comunque non preoccuparti.
L'ho trovata.

Lele - 18/2/2008 - 17:19


Addio Ivan, non ti dimenticherò e spero che insieme a Franco, da lassù, ci indicherete la strada con "l'internazionale"

nazareno - 19/6/2009 - 20:35


Ciao Ivan.

Elena - 1/7/2017 - 00:29


Una foto e un po’ della sua storia

A typical pack of Compagn de la ringhera. Sesto Fiorentino, De Martino Institute, May 14, 2006.


La foto che si vede qui era a corredo della vecchia versione inglese di Ringhera che avevo fatto molti anni fa. E’ stata sostituita da una nuova di zecca, spero migliore, per la quale ho deciso di cambiare l’immagine a corredo. Non per questo ho eliminato la vecchia foto; l’ho semplicemente spostata nella pagina. Come ogni immagine, però, ha una sua motivazione e una sua storia. Comunque sia, non stava lì a caso.

E’ stata scattata dal sottoscritto il 14 maggio 2006, quindi quasi diciotto anni fa, all’Istituto Ernesto De Martino, a Sesto Fiorentino, in occasione di una serata musicale a cui partecipava Ivan Della Mea, che all’epoca del “Dema” era direttore. E’ stata la prima volta che lo ho visto e conosciuto; non voglio millantare chissà quale antica consuetudine con Ivan Della Mea. Ce ne ho avuta, forse, un po’ dopo, ma purtroppo è durata poco: il 14 giugno 2009 Ivan se n’è andato.

Non c’è nella foto, Ivan. Era quasi notte fonda e se n’era già andato a dormire. Aveva cantato un po’ di sue canzoni e mi aveva detto pure la sua sull’origine della versione italiana “storica” dell’Internazionale. Ci ero andato apposta, a Sesto Fiorentino, per quella serata, assieme a quella che allora era la mia compagna e che è, peraltro, presente nella foto. Piccolo particolare: adesso, per andare al De Martino è questione di prendere un paio di autobus urbani; allora si trattava di arrivarci da Friburgo (Svizzera), dove abitavo.

Non la cantò, “Ringhera”, Ivan Della Mea, quella sera. Fu, però, questione di pochi giorni dopo. Il 28 maggio 2006 la cantò tutta intera, da solo, a Brescia. In Piazza della Loggia, assieme a Claudio Cormio (che, pure, è nella foto). E c’ero anch’io, ripartito da Friburgo per andare a Brescia (un po’ più vicina di Sesto Fiorentino, comunque). Non la cantava spesso, Ringhera: cantare tredici minuti e cinquantaquattro secondi di canzone, o cantata che dir si voglia, non era e non è mai stato semplice. Per chiunque. Non so se è stata l’ultima volta che la ha cantata tutta intera; probabilmente no, ma a volte mi è venuto in mente che potrebbe essere possibile. Alla fine della canzone, Ivan Della Mea era esausto.

Ecco perché avevo messo quella “foto a corredo”. La avevo pure annotata con delle frasi un po’ entusiastiche, qualificando il gruppo che vi si vede come “Compagn de la Ringhera”. Era un periodo in cui ero molto propenso ai facili entusiasmi; e mal me n’è incolto, sovente per colpa mia. Non per questo non mi fa piacere ricordare alcune di quelle persone; anzi, quasi tutte. Per dirla completa, tutte tranne due, per le quali mi auguro che brucino all’inferno. Non è, naturalmente, un buon motivo per eliminarle dalla foto, magari facendo uso di marchingegni informatici che, del resto, non saprei minimamente usare. Anche questo serve alla memoria, e la memoria non si cancella. Mai.

Riccardo Venturi - 12/5/2024 - 12:03




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